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VEDIAMO UN PO’, anzi due po?

24 Gennaio 2019

Vediamo un po’, il governo del cambiamento sta facendo molto poco per la cultura, almeno il cinema rimane in una zona franca dove trovano spazio solo le polemiche verso l’attore Banfi e quindi permane una situazione di stagnazione.

Lo sappiamo che il mercato è in mano al cinema di genere Usa pieno di grossi investimenti anche se ultimamente qualche prodotto sembra più un videogioco e dove i film interessanti sono spesso indipendenti, poi c’è il cinema europeo da festival, quello italiano da commedia, infine Sorrentino e una fascia sempre più risicata di autori storici, mentre il cinema più indipendente italiano molto spesso fatto in economia, ma con idee molto forti, rimane ai margini, anzi per l’Anica l’associazione degli industriali cinematografici, la categoria del basso budget non dovrebbe neanche esistere, non sono prodotti da vedere e promuovere, quindi questi film vengono poco visti e mal distribuiti, verrebbe da dire che sono fuori dal mercato (parlo anche dei documentari) però sono tanti soprattutto i giovani che spingono verso quella direzione di libertà espressiva, possibile che non si possa creare un circuito di sale in grado di diffondere questi film indipendenti anche il Italia? Invece la chiusura c’è anche in questo governo, non ci sono segnali positivi forse perché si punta su altre questioni, però così si finisce con l’inaridire la fonte del cambiamento e proseguire solo affidandosi alla pancia delle persone.

Gian Sart

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