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DESTRA, SINISTRA, C’ENTRO? 2° parte

9 Aprile 2017

Destra e sinistra erano pieni di contenuti contrapposti, lo scontro avveniva nella società come nel parlamento, almeno fino a quando non ci fu la dittatura fascista che esautorò la rappresentanza parlamentare, la quale riprese ufficialmente con le prime elezioni del 2 giugno del ‘46 con il ritorno dei partiti dalla clandestinità e i loro dirigenti dall’estero.

Alcuni di loro volevano che restasse la monarchia, altri invece che nascesse la repubblica incolpando la Famiglia Reale di contiguità col fascismo.

L’Assemblea Costituente era formata dai vari partiti che avevano preso parte alla Resistenza, compresi i Badogliani e redasse la Costituzione che entrò in vigore il primo gennaio del ‘48.

Ancora per un trentennio la tensione ideologica rimase alta basta ricordare l’attentato a Togliatti e la storica contrapposizione tra PCI e PSI da una parte, DC PSDI PLI PRI dall’altra con l’MSI che difendeva i valori del passato fascista fuori dall’Arco Costituzionale.

Una ulteriore spinta ideologica avvenne con il ciclo di lotte del ‘68-’69 che vedeva alleati lavoratori e studenti con forti rivendicazioni salariali che rafforzarono una spinta extraparlamentare di sinistra, a cui si contrappose quella extraparlamentare di destra.

Poi dopo il periodo di lotta armata in cui l’ideologia era stata sacralizzata dal sacrificio e dalla immolazione, ci fu un lento declino delle stesse ideologie spesso associate a varie utopie sociali e quindi poco realistiche e al loro posto avanzava un nuovo edonismo consumistico con la riscoperta di altre attrazioni e si parlava verso gli anni ‘80 di disillusione, di disincanto, di morte delle ideologie e delle utopie nel nuovo che avanzava, che si chiamava post-industriale, economia dematerializzata, pensiero debole, anzi sterile.

Senza contare che nel bisogno sincero di cambiamento sociale c’avevano fatto la carriera un sacco di politici di sinistra con la loro oratoria efficace, ma sostanzialmente inutile, relegata alla speranza e al “prospettivismo” come disse lo stesso Pasolini.

Inoltre nessuna forma di democrazia portava al socialismo come constatava il politologo Norberto Bobbio e la consunzione interna delle repubbliche popolari dell’est provava l’inefficacia del partito unico, che

avrebbe nelle intenzioni portato alla dittatura del proletariato e in seguito a quella democrazia proletaria che si sarebbe retta dal basso, invece fece crescere una burocrazia conformista e ubbidiente, prona ai voleri di un leader assoluto, ma anche ai suoi umori e alle sue stravaganze, alla fine il capitalismo vinceva su tutti i fronti e allargava i suoi mercati anche all’est.

Intanto già nella prima metà del novecento il popolo si era trasformato dapprima in folla che si identificava con un capo, (Psicologia delle Folle) poi in folla solitaria (Il Film di Ruttmann – Sinfonia di una grande città) e infine attraverso il consumismo della seconda metà, in massa inerme(L’Uomo Consumatore saggio di David Riesman) come forma di appiattimento della soggettività e dei gusti.

Subentrò la rivoluzione mediatica, (Mc Luhan) i Media, anzi i mass-media che dominavano dall’alto attraverso gli opinion leader, i messaggi e potevano “alterare” la percezione delle cose, i giornali riuscivano a manipolare facilmente e la democrazia “borghese” nonostante gli scontri di piazza sembrava un sistema invincibile, non si poteva uscire da essa, senza farsi male e col rischio di essere “manipolati” da un regime dittatoriale come nelle democrazie popolari.

In questa realtà “verticale” i partiti si contendevano il potere dietro una loro ideologia ormai stantia e di facciata, mentre in realtà facevano solo traffico di influenze e di occupazione della società civile da parte della politica, in cui si finiva per privilegiare il centro e metterlo in testa, rispetto alla destra e alla sinistra.

Dopo il periodo DC contro PCI , ideologico fino alla farsa (Peppone e Don Camillo) subentrano i governi di centrodestra e di centrosinistra mentre però la corruzione dilaga in una logica spartitoria da Manuale Cencelli che mette in pericolo lo stesso concetto di democrazia, in cui si fa a pezzi l’economia divorata dalla politica del comando che riesce a ridisegnare nuovi privilegi.

Un’altra rivoluzione è quella attuale dovuta alle nuove tecnologie al web e agli spazi di interattività in cui tutto tende a svilupparsi in “orizzontale” e che trova decisamente contrari i vecchi partiti di matrice ottocentesca, sia di destra che di sinistra, che si sono retti per due secoli su vetuste gerarchie paralizzanti e clan consolidati di potere, usando in maniera eccessiva il monopolio dell’intellettualità istituzionale ed accademica, che non hanno saputo prevedere un benessere collettivo continuo, dall’alto della loro conoscenza “superiore” e altamente “specialistica” tendendo a mantenere invece consistenti privilegi di casta.

Viene altresì recuperato il pensiero dal basso, degli attivisti di base intellettualizzati dalla scolarizzazione di massa e da una crescente socializzazione di nuove idee e di integrazione dei mezzi di informazione che meglio conoscono una realtà come quella attuale dove vige “il post” nel senso non solo di post-politico, post-industriale post-ideologico, con il coinvolgimento di quella che una volta era una massa passiva, in una nuova soggettività che non vuole rimanere subalterna ai mostri sacri del sapere moderno sempre più incapaci di uscire dall’asfittica tendenza di un pensiero borghese, tradizionalista e debole, rigenerando invece lo stesso pensiero di nuovi e impensabili sviluppi, e quindi valorizzandolo.

Oggi ogni articolo di un opinion leader è commentato da migliaia di anonimi hater (odiatori seriali) che molto spesso criticano anche ferocemente l’articolista e il significato delle cose che vuol fare passare.

Un pensiero anti gerarchico si fa strada, più vincolato alle cose della vita e alla realtà e meno intellettualizzato, che riduce la complessità e aumenta però la semplificazione.

Leggendo sia l’articolo che i commenti si può avere una visione completa di un fenomeno mentre le scelte tendono ad essere fatte in maniera più partecipata scalzando il presunto esperto di partito asservito e conformista e quindi incapace di vedere il nuovo che avanza….anche se spesso si traveste nelle forme usuali.

Gian sarto

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