Seguirà una risposta di Alessandro Verdecchi alla critica di Visalberghi (DOC.IT) per quanto riguarda l’intervento della Brai che privilegia la vecchia sala cinematografica rispetto ai NUOVI MEDIA, tra i quali ci sono anche i videogiochi.
Io però sono più d’accordo con la Brai rispetto a un Visalberghi di cui francamente non capisco la posizione essendo egli presidente di Doc.It, associazione storica in difesa del documentario che per sua natura è la produzione indipendente per eccellenza. Ma gli importa veramente la sorte del documentario visto che appoggia così palesemente i poteri forti? Forse ha degli interessi personali da difendere? (gian sart)

ALESSANDRO VERDECCHI!

Che i tempi siano cambiati non c’è dubbio . Che la Brai tende a chiudersi nella torre d’avorio è un vizio degli autori di cinema che segna il suo passo già da diversi decenni . Ma devo anche riconoscere a Stefania una straordinaria lucidità nell’analisi dei fatti . Che poi non tenga conto di quanto il mondo , il pubblico e mezzi di fruizione del prodotto cinema/audiovisivo siano cambiati , bhe è ovvio e palese . Ci troviamo come sempre accade dalle nostre parti , lontani dalla realtà. Vado spesso in metropolitana e altri mezzi pubblici e vedere il 70% delle persone che smanipolano costantemente con il loro cellulare vedendo di tutto mi suggerisce che qualcosa forse è cambiato e il vecchio mondo di Stefania non se ne è ancora accorto . E’ anche vero che avere questa immensa fiducia nel decreto del governo Renzi mi sembra da pazzi . Possiamo dire che c’è la buona volontà di fare qualcosa per il nostro settore ma si perde in mare di rivoli e ripensamenti e ignoranze che possono solo essere risolte consultandoci e lavorando insieme . Come sempre ci sono dei così detti “professoroni” che senza conoscere bene la realtà che li circonda , dall’alto delle loro posizioni di potere, da accademici ,sentenziano e legiferano sulla base non di esperienza diretta ma di studi e statistiche e esempi francesi e guarda di là e guarda di qua . Guardiamo per bene in casa nostra e facciamo un passo avanti verso il futuro evitando di sognare troppo ma anche di cadere nel terrificante buio di sale semideserte che proiettano film “purtroppo” spesso inguardabili

Ieri 11 gennaio una delegazione di Cinema In Movimento ha avuto un incontro con il senatore Alberto Airola del Movimento 5 Stelle.

Si è parlato di varie questioni che riguardano il cinema (Alberto Airola prima di diventare Senatore della Repubblica ha fatto cinema e video lavorando a Torino e Roma e capisce bene i problemi del settore.

Difatti è stato un incontro proficuo in cui abbiamo parlato di Rai, della concessione in scadenza della scarsa trasparenza e del fatto che lavorano sempre le stesse società di produzione.

Poi ci siamo intrattenuti su alcuni aspetti del disegno di legge a firma Di Giorgi del Pd sul cinema.

Abbiamo fatto pervenire i primi 4 punti che abbiamo affrontato nel gruppo di discussione di Cinema in Movimento.

Eccoli:

DISCUSSIONE PUNTI ALL’ATTENZIONE PER UNA LEGGE SUL CINEMA E AUDIOVISIVO

 

1) Nuova definizione di film indipendenti:

sono film indipendenti tutti i film considerati difficili per il low budget, fino ad un massimo di € 1.500.000,00 che non siano stati cooprodotti dalle televisioni nazionali ed equiparabili secondo il Mibact a film difficili.

 

2) Cinema Territoriale sul principio del local-global (storie locali per una distribuzione internazionale) attraverso:

  1. a) il decentramento delle commissioni del Mibact in macro regioni

TORINO x Piemonte, Vald’aosta, Liguria, Sardegna;

MILANO x Lombardia e Emilia Romagna;

VENEZIA x Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia;

FIRENZE x Toscana, Umbria, Marche;

ROMA    x Lazio, Abruzzi;

NAPOLI x Campania e Molise;

BARI      x Puglia e Basilicata;

PALERMO x Sicilia e Calabria.

 

  1. b) decentramento Rai per sfuggire all’influenza politica dei progetti;

qui immagino le sedi Rai decentrate che possono decidere anche di preacquistare il diritto di antenna oltre che ad offrire dei servizi legati alle loro potenzialità produttive, per intenderci la Rai di Udine non è la Rai di Torino.

 

  1. c) Film Commission funzionanti che si coordino tra di loro e burocraticamente (modelli e procedure uniformi) con il Mibact;

il ruolo delle Film Comm. diventa fondamentale oltre che per i servizi che già conosciamo, nel sostegno al produttore per aiutarlo ad interagire  con sponsor del territorio, crowdfunding locale, amministrazioni comunali, promoz. del turismo (cineturismo) e finanziatori esterni grazie alla tax credit.

Le commissioni nelle macro regioni possono convivere IN MANIERA PARITETICA anche con una COMMISSIONE UNICA NAZIONALE.

Nella fase istruttoria l’essenziale è la sceneggiatura.

 

3) abolizione del reference system:

– sistema di punteggio automatico che favorisce il finanziamento dei film dei soliti noti, dalla produzione, dal regista, agli attori fino alla troupe, bloccando di fatto il cambio generazionale.

4) Riforma del Mibact, Direzione Generale del Cinema

  1. a) Abolizione dell’attuale sistema sviluppo progetti e al suo posto un concorso nazionale in cui si presenta solo un soggetto lungo e la relazione artistica dell’autore. La Commissione Unica Nazionale valuterà con meritocrazia i progetti di sviluppo.
  2. b) tasse istanza in rapporto al budget del progetto;

Fino a € 1.500.000,00  la tassa è di € 200 per i lungometraggi, € 100 per i documentari e € 50 per i corti e sviluppo.

Fino a € 2.000.000,00  la tassa  è di € 600;

Fino a € 3.000.000,00 la tassa  è di €1.500,00 (importo progressivo)

Fino a € 5.000.000,00 la tassa è di € 3.000,00

Oltre €4.000,00.

  1. c)Le società che presentano progetti fino a € 1.500.000,00 possono avere un capitale sociale di 20.000 euro, 10.000 per chi presenta cortometraggi
  2. d) Semplificazione Burocratica.

Il film deve partire entro 12 mesi altrimenti scatta la revoca del finanziamento.

La delegazione era composta da in ordine visivo:

  • Alessandro Verdecchi – produttore indipendente;
  • Massimo Spano – autore cinematografico;
  • Veronica Bilbao La Vieja – regista;
  • Il sottoscritto Giancarlo Sartoretto, editor;
  • Pierfrancesco Proietti, giornalista;
  • Paolo Scarlato, regista;
  • Bruno Cascio, direttore della fotografia;
  • Marco Bartoccioni, regista

Giancarlo Sartoretto

(continua)