La produzione cinematografica italiana è stata emarginata a partire dagli anni ’80, i blockbuster Usa hanno ammazzato il mercato mondiale, basta cinema di genere italiano, solo commedie in una specie di suddivisione mondiale della produzione, ecco perché il cinema italiano se vuole sopravvivere deve rivolgersi alle tv e chiedere per prima cosa il rispetto delle QUOTE

Che vuol dire? Che le televisioni devono acquistare obbligatoriamente dei film italiani da trasmettere nei propri canali.

Il cinema italiano rappresenta il Made in Italy che è poca cosa rispetto al made in Usa, ma anche una delle componenti della cultura italiana nel mondo.

Era molto più potente negli anni 60-70 quando manteneva una influenza e una considerazione notevoli, ma poi ha dovuto subire una decadenza con un netto calo di mercato a partire dagli anni 80 dove abbiamo assistito, dopo una ristrutturazione del mercato internazionale, al dominio assoluto del colosso americano.

Negli anni 60-70 invece molti dei film italiani di genere, giravano il mondo non solo quelli western, chi non si ricorda il filone dei Tre Superman di Italo Martinenghi, era un prodotto artigianale a basso costo, oggi è impossibile, il mercato si è specializzato sulle grandi produzioni miliardarie made in Usa.

A quei tempi anche i produttori italiani facevano un sacco di soldi.

Attualmente più tristemente siamo di fronte a politiche tipo panda, in quanto si rischia quello che i sociologi chiamano colonizzazione culturale, ovvero sudditanza culturale nei confronti di un potere imperialistico, dove i contenuti e le storie appartengono ad un mercato globale che parla inglese e si imitano i modelli di comportamento dettati dalle mode consumistiche, modelli importati dall’industria dell’entertainment e ciò non vale solo per il cinema ma anche per la letteratura, lo standard degli autori USA diventa l’unica “forma che i lettori riescono ad apprezzare.

Gli attori americani sono gli unici divi dell’immaginario collettivo.

Allora si parla di quote minime di sopravvivenza del cinema italiano, quote malviste in Tv perché SE PROIETTANO TROPPI FILM rubano soldi ad altre attività soprattutto giornalistiche, insomma quote che fanno venire il latte alle ginocchia.

E’ vero che nella specializzazione mondiale dei mercati l’italia domina con la moda, ma la cultura non è una merce qualunque e se non viene preservata è destinata a morire vinta dal consumo “mercificato”. Siccome qualcuno ha detto che dalla cultura deriva l’identità d’un popolo, come fare per preservarla?

E’ impossibile modificare l’attuale mercato dei film se non con un intervento politico/autoritario anti Usa imponendo ad es. un limite alla distribuzione di film Usa, cosa che è semplicemente improponibile, a favore di quelli italiani, però è indubbio che gli esercenti hanno a disposizione troppi film che possono smontare uno appresso all’altro, c’è troppa abbondanza di materia che non viene valorizzata e quindi si verifica che troppi film vengono bruciati, perpetuando uno spreco, un potlach, difatti la tenitura è ridotta ai minimi termini, quindi ci sono dei film che guadagnano e tanti altri no ( il sistema ha anche tante perdite e fa acqua da tutte le parti).

Sartonet 15