Soggetto, progetto, concetto

Franci, in arte Francesco è uno che vivi di lavori saltuari, ha superato da poco i 25, il papà prima di schiattare per una brutta malattia gli ha comprato un miniapparta, in una zona periferica di una grossa città vicina al centro e quindi deve solo pagare le bollette, l’imu l’imi e l’aci.

Ha il brutto hobby della scrittura, scrive di getto continuo invece di cercarsi una bella figa nel vicino giardino pubblico, tant’è vero che il portiere si preoccupa:

– ma che cazzo stai a fa, pensa a vivere non a scrivere

– scrivendo vivo molto di più (gli rispondeva).

– mah deve essere un pazzo o un cazzone (si diceva tra se tentennando la testa).

Però essendo stato figlio di un povero impiegato di 3 ctg, cioè poco più che un uscere capo, non fa parte dell’entourage letterario, non sa cosa siano i salotti che contano, fa dei ragionamenti che non gliene frega un cavolo a merenda, svolge una attività politica ai margini con un gruppo di isolati, fa di tutto per essere considerato un povero sfigato.

Lui purtroppo è troppo ideologico, sembra un dogmatico non capisce il mondo nella sua sfumatura animale, ha buone intenzioni, è gentile, ma non viene cagato da nessuno, neanche le regazzette, perché poi tutto sommato non è neanche tanto figo, anzi c’ha na camminata che te la raccomando.

Vaga per la città in cerca di chissà cosa, erge però una barriera contro la mediocrità, la staticità, il conformismo e questo lo rende contento di quello che fa.

Ha amici e amiche, ma non riesce a legare + di tanto, una bevuta, una ballata, una discoteca, ma quanta noia con questi sballi…lo sballo era una cosa conformista, stai una settimana ad ubbidire a tutti e poi ti sfoghi platealmente, anche la figa te la danno senza tanti problemi basta che tu gli piaci, ma lui aveva una faccia e una espressione troppo critica, e così non prendeva niente, a dir la verità aveva anche palpeggiato in malo modo una ragazza che sparava solo cazzate, così per dirle quanto era scema, ma a momenti quella lo denunciava gridando in maniera isterica. Aveva passato un brutto quarto d’ora, d’ira era riuscito a fuggire per la cruna dell’ago ma tutti lo stavano cercando per dargli una lezione di buone maniere compresi certi mascoli che erano violentatori seriali incalliti ma che per una volta tanto volevano fare una buona azione sulle sue spalle, che non erano quelle di uno sfigato, ma ancora peggio perché non legandosi alla corrente voleva essere un diverso ma aveva una espressione da diversivo, da uno che non contava un cazzo.

Si sentiva una merda, possibile che il mondo vada in una direzione così distante da me? Se lo chiedeva ossessivamente.

Poi che ti incontra, casualmente parlando di cazzate all’ennnesimo bar in cui si trovava solitario a consumare un prosecco? Un killer, di quelli pure pericolosi che ti avrebbero ammazzato ridendo e mangiando: si chiamava Tony.

Due psicologie molto diverse a confronto e stranamente si instaura una specie d’amicizia: si chiedeva come faceva quel tipo che sparava facilmente e vedeva sangue di tutti i tipi, a parlare del + del – e delle altre operazioni della vita matematica con un certo interesse, proprio con lui – di fondo un essere mite – che ci trovava a perdere il suo tempo con uno quasi sfigato, ma i casi della vita sono di difficile comprensione quando per tutta una serie di elementi imponderabili si instaura una vicinanza che tanti chiamano amicizia…

Dopo un po’ vengono assassinati numerosi intellettuali di potere.

Il clamore è gigantesco, perché quelli costruivano la realtà delle opinioni e senza di loro il vuoto intellettuale  diventava insostenibile.

Cosa poteva fare la polizia in questi casi se non brancolare nel buio?

Questi intellettuali erano responsabili di case editrici, di giornali, scrivevano libri uno dietro l’altro, erano + in televisione che a lavorare nel loro ufficio; dopo gli omicidi quello stesso vuoto aveva creato dei danni letterari, non c’erano + pubblicazioni di qualità che diversamente avevano un ritmo industriale e quindi i debiti incominciavano ad allargarsi perché la gente era meno attratta a comprare e l’attività ne soffriva . Il nostro si fa finalmente pubblicare , riesce a trovare uno spazio, poca roba, poche copie e nessuna speranza di farsi conoscere, però intanto iniziava.

Ma un giorno viene arrestato perché ritenuto il serial killer di questi intellettuali.

Grande pubblicità su tutti i giornali, diventa famoso e dal carcere può finalmente farsi pubblicare alla grande, anzi ci sono anche i diritti cinematografici

Ora è uno scrittore di successo, cosa vuole di + dalla vita, tu ammazzi e vieni pubblicato….

Evade alla grande, tutti lo inseguono, ha l’impressione di essere braccato da qualcuno che vuole farlo fuori o qualcuno che vuole farselo dentro, un gay violento perché lui ultimamente aveva + successo con i trans.

Però in una notte buia e tempestosa sta per essere sopraffatto da uno che vuole ammazzarlo si salva per il rotto della cuffia, anzi lo salva una puttana che stava li per caso e con lei inizia una storia molto particolare,  anticonformista e sessualmente fantasiosa, grazie a lei riesce  a sfuggire alla trappola e guarda caso l’altro finisce morto, scopre che è proprio l’amico serial killer Tony: qualcuno lo vuole defunto.

Decide di sparire assieme alla sua amica, con documenti falsi si imbarca in una nave scambiandosi i documenti col serial killer ucciso mentre l’amica anticonformista conserva i suoi documenti, insieme fanno follie sessuali, diventa un perverso violento,  prova piacere nell’uccidere, e la prima vittima è proprio la ragazza con cui sta….ne ammazza altre per il piacere di violentarle ma alla fine una di queste fa giustizia per tutte e lui prima di morire pensa a suo padre: se faceva l’impiegato come lui sarebbe riuscito ad avere la pensione.

Gian Sarto o meglio Carlo Retto