Partiamo col disegno di legge Di Giorgi- Zavoli  E LA FIRMA DI 37 IMPORTANTI REGISTI:

  1. a) all’art. 8 il Disegno di legge Di Giorgi prevede le Commissioni per il Cinema formate da  componenti che durano in carica un anno;
  2. b) il disegno di legge Di Giorgi cmq prevede dei contributi automatici e dei contributi selettivi quest’ultimi attribuiti previa valutazione da parte della Commissione di cui all’art. 8.

Questo era l’impianto, della Di Giorgi in cui tra l’altro si creava IL CENTRO NAZIONALE DEL CINEMA con la sua governance, sulla quale ad esempio non è d’accordo l’ANAC (perché è troppo burocratica e ministeriale).

Anche i 100 autori sono critici oltre per la governance, anche perché manca del tutto dalla normativa,  il cinema indipendente.

Il Disegno di legge licenziato dal Governo l’altro ieri con i quattro premi Oscar di contorno, appare di più come un disegno di legge del Ministro Franceschini perché leggendo il comunicato stampa,  praticamente si collegherà in Parlamento con quello di Di Giorgi, quindi questo è un altro e fa delle modifiche rispetto a quello, molto importanti:

– innanzitutto è COLLEGATO alla Manovra di Finanza Pubblica dal titolo DISCIPLINA DEL CINEMA , DELL’AUDIOVISIVO E DELLO SPETTACOLO che promette soldi a palate.

E’ un FONDO AUTONOMO di 400 milioni di euro all’anno (+ di 150 milioni rispetto al FUS) ed è formato dal tax credit e da contributi automatici, audite, audite: QUINDI ELIMINA I CONTRIBUTI SELETTIVI promessi dal disegno di legge Di Giorgi.

Il Fondo  sarà ALIMENTATO sul modello francese DA VARI INTROITI ERARIALI di televisioni, distribuzione cinematografica, proiezione cinematografica, servizi di accesso a internet delle imprese telefoniche, quindi un 11-12 % dal gettito di IRES e IVA di questi settori.

Siccome prima non si parlava più di contributi selettivi ci si aspetta il peggio: difatti questo disegno di legge del governo Renzi-Franceschini intende ABOLIRE LE COMMISSIONI MINISTERIALI CHE DAVANO L’INTERESSE CULTURALE INTRODUCENDO UN SISTEMA DI INCENTIVI AUTOMATICI PER LE OPERE DI NAZIONALITA’ ITALIANA CHE TENGANO CONTO DEI RISULTATI ECONOMICI ARTISTICI E DI DIFFUSIONE.

Cmq avrà un suo percorso in Parlamento ( come detto) che si collegherà al Disegno di Legge di Giorgi.

Poi il comunicato stampa prosegue affermando che ci saranno forti  incentivi  per i giovani (categoria Panda)  e salvaguarderà le opere prime  e seconde, le start up  e le piccole sale. Come?

Non si sa? Visto che sono state abolite le commissioni e l’interesse culturale, chi vivrà vedrà.

Forse con la valutazione artistica del film, ma come verrà fatta?

Mi sembra leggendo il comunicato stampa che ci sia tanta confusione… forse perché ci sono poche idee.

I nostri dieci punti (allegati) VANNO IN TUTT’ALTRA DIREZIONE, al punto 2)   si vuole salvaguardare la moltiplicazione delle commissioni in maniera da sfuggire a UN CENTRO DI POTERE “RACCOMANDANTE””e un circuito di sale a cui dare il marchio di distribuzione dei film indipendenti, oltre ad altri punti fondamentali per permettere di esistere, di farsi notare e anche di guadagnare,  mentre invece questi due disegni di legge del Pd (duri a capire che il pubblico cinematografico è a sommatoria zero) possono favorire quella cinquantina di film all’anno (che non hanno neanche bisogno –paradossalmente- di una legge che tuteli il cinema). Mentre gli altri 50-60 indipendenti verrebbero eliminati dagli automatismi. Quindi hanno ragione i 100 autori a  preoccuparsi, ma noi dobbiamo convincere i ns parlamentari a modificare in profondità i due disegni di legge.

A me ad esempio non mi interessa assolutamente un CENTRO NAZIONALE DEL CINEMA E DELL’AUDIOVISIVO (centro di potere di cui si diceva prima). Per essere il più possibile sintetico (il documento si trova nella home page del Mibact (Direzione Generale del Cinema) gli altri punti sono:

– potenziamento di ben sei Tax Credit (forma indiretta di finanziamento mediante la leva fiscale);

– tax credit al 30 % anche a chi distribuisce cinema italiano a chi rinnova le sale, a chi incrementa il pubblico di film italiani, quindi distributori ed esercenti;

– si toglie l’interesse culturale ai progetti e lo si dà ai cinema storici e alle librerie  di cinema;

– nasce il Consiglio Superiore per il Cinema e l’Audiovisivo per le politiche cinematografiche;

– ci saranno decreti legislativi per il rispetto delle quote;

-sparisce la censura quindi le commissioni di revisione cinematografica;

– infine entro un anno avremo (per la gioia degli avvocati di cinema) IL CODICE DELLO SPETTACOLO.

Tutti questi ultimi punti sono condivisibili, meno che il Consiglio Superiore, però rimangono dei grossi interrogativi sui contributi automatici (a chi di fondo non ne ha bisogno perché già incassa con i film).

Giancarlo Sartoretto

(continua)

articoli precedenti:

Discussione punti all’attenzione per una Legge sul cinema e l’audiovisivo

Primi punti di attenzione per una Legge sul cinema