Nel post precedente abbiamo parlato di finanziamenti diretti sulla base di una valutazione del progetto da parte di una COMMISSIONE GIUDICANTE eletta dallo stesso MIBACT (Ministero Attività Culturali e Turismo) ma anche di ristorni governativi sulla base degli incassi (una percentuale che ritorna al produttore per tutti i  film di nazionalità italiana a prescindere dall’interesse culturale) e quindi possiamo parlare di finanziamenti automatici.

Nel primo caso l’impresa deve fare una domanda online (telematica) nelle tre sessioni annue (quadrimestrali) a gennaio, maggio e settembre, chiede l’interesse culturale e in subordine anche un finanziamento  e per la richiesta si paga una tassa al Mibact. Il finanziamento è una percentuale del budget (costi ammissibili): qualcuno chiede soltanto l’interesse culturale e paga una tassa minore.

Prima della legge del 1994 di Veltroni, le Commissioni erano formate da rappresentanti delle varie categorie (anche sindacali) che lavoravano nel cinema, dopo Veltroni sono diventate più ministeriali e contava molto l’influenza politica che tradotto vuol dire RACCOMANDAZIONE di serie A, B, C1 C2 CI LORO. Era una graduatoria di chi aveva il politico più potente e influente del momento e cosi è andato avanti il cinema diciamo “pubblico” ovvero statale ovvero italiano (visti i ristorni)  e naturalmente questo valeva (vale) anche alla Rai,  per cui una sceneggiatura giaceva impolverata in qualche scaffale di Piazza Adriana fino a quando una telefonata provvidenziale la faceva tirar fuori dal mucchio, anche da sotto, facendo lavorare l’inserviente in mezzo alla polvere. Qualche nome grosso, se non mi ricordo male Ricky Tognazzi, fu bocciato in una di queste commissioni del Mibact e impiantò un casino tale a livello mass-mediologico che da allora subentrarono i punteggi automatici in parte per ridurre la discrezionalità che cmq c’era sempre, ma molto più nascosta (però cosi si finanziavano sempre i soliti noti).

Sull’INt. Culturale il Mibact non ci dice niente, ci dice genericamente ciò che non deve essere: commerciale! E’ il gioco delle due carte, mancando  la terza carta il gioco si fa meno duro, quindi dice in “negativo” ciò che non è (e quindi ci può essere di tutto in positivo; ecco che le raccomandazioni rientrano dalla finestra).

Secondo noi invece dovrebbe essere l’interesse culturale che giustifica un finanziamento, SEPPUR RIDOTTO, ed è non solo per lo sviluppo dell’indotto keynesianamente parlando,  ma per uno sviluppo del Made in Italy nel senso (e anche nel dissenso) di personaggi che hanno fatto grande l’italia (non solo stilisti) e quindi eroi, naviganti e santi, luoghi, turismo e prodotti etc,. E’ una promozione della cultura italiana tout court, diversa da quella industriale, ma anche sperimentazione, di linguaggi, di idee, di generi.

Detto questo la domanda è: come dovrebbero essere strutturate le Commissioni?

Secondo noi, innanzitutto da esperti, come dice anche Marco Bartoccioni, faccio un esempio: se uno è specializzato in film horror, ne ha visti, schedati e analizzati una montagna  è in grado di decifrare alla luce anche di tutti gli “aggiornamenti” filmici, le potenzialità di quel progetto horror presentato al Mibact (noi siamo tra l’altro per il superamento del concetto di opere prime, seconde, di contorno, o giovanili come ctg panda), la Commissione però deve essere “Plurale” e quindi formata da un editor, un esperto di promozione cinematografica (se l’idea cioè potrà conquistare un pubblico) un film-maker, uno sceneggiatore: meno i critici cinematografici perché sono più capaci ad analizzare  la storia del cinema che in cinema del presente (a meno che non abbiano una potenzialità in questo senso).

La moltiplicazione delle Commissioni contenuta nei ns 10 punti aggiunge quella “concorrenzialità” tra Commissioni che è sempre mancata in Italia e che ha finito nell’unica Commissione Nazionale esistente, col creare una influenza “aggiunta” anche per chi diceva che non c’era neanche quella principale.

GIAN E VERO SARTORETTO

(continua)

Articoli precedenti:

UN PO’ DI CHIAREZZA
CRITICA…. DELLA RAGION CINEMATOGRAFICA
CINEMA E MEDIA….A FARE UNA LEGGE CHE SE RIMEDIA?
LA CRITICA AI DUE DISEGNI DI LEGGE SUL CINEMA DEL PD
CERCHIAMO DI CAPIRCI COSA VUOLE FARE IL PD con la legge sul cinema
Discussione punti all’attenzione per una LEGGE SUL CINEMA e l’audiovisivo
Primi punti di attenzione per una LEGGE SUL CINEMA

 

DISCUSSIONE PUNTI ALL’ATTENZIONE PER UNA LEGGE SUL CINEMA E AUDIOVISIVO
Produzione Cinematografica
1) Nuova definizione di film indipendenti:
– sono film indipendenti tutti i film considerati difficili per il low budget, fino ad un massimo di € 1.500.000,00 che non siano stati cooprodotti dalle televisioni nazionali ed equiparabili secondo il Mibact a film difficili.

2) Cinema Territoriale sul principio del local-global (storie locali per una distribuzione internazionale) attraverso:
a)  il decentramento delle commissioni del Mibact in macro regioni
TORINO x Piemonte, Vald’aosta, Liguria, Sardegna;
MILANO x Lombardia e Emilia Romagna;
VENEZIA x Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia;
FIRENZE x Toscana, Umbria, Marche;
ROMA    x Lazio, Abruzzi;
NAPOLI x Campania e Molise;
BARI      x Puglia e Basilicata;
PALERMO x Sicilia e Calabria.
b)  decentramento Rai per sfuggire all’influenza politica dei progetti;
qui immagino le sedi Rai decentrate che possono decidere anche di preacquistare il diritto di antenna oltre che ad offrire dei servizi legati alle loro potenzialità produttive, per intenderci la Rai di Udine non è la Rai di Torino.
c)  Film Commission funzionanti che si coordino tra di loro e burocraticamente (modelli e procedure uniformi) con il Mibact; 
il ruolo delle Film Comm. diventa fondamentale oltre che per i servizi che già conosciamo, nel sostegno al produttore per aiutarlo ad interagire  con sponsor del territorio, crowdfunding locale, amministrazioni comunali, promoz. del turismo (cineturismo) e finanziatori esterni grazie alla tax credit.
Le commissioni nelle macro regioni possono convivere IN MANIERA PARITETICA anche con una COMMISSIONE UNICA NAZIONALE.
Nella fase istruttoria l’essenziale è la sceneggiatura.

3) Abolizione del Reference System: 
– sistema di punteggio automatico che favorisce il finanziamento dei film dei soliti noti, dalla produzione, dal regista, agli attori fino alla troupe, bloccando di fatto il cambio generazionale.

4) Riforma del  Mibact, Direzione Generale del Cinema
a) abolizione dell’attuale sistema sviluppo progetti e al suo posto un concorso nazionale in cui si presenta solo un soggetto lungo e la relazione artistica dell’autore. La Commissione Unica Nazionale valuterà con meritocrazia i progetti di sviluppo.
b) tasse istanza in rapporto al budget del progetto;
Fino a € 1.500.000,00  la tassa è di € 200 per i lungometraggi, € 100 per i documentari e € 50 per i corti e sviluppo.
Fino a € 2.000.000,00  la tassa  è di € 600;
Fino a € 3.000.000,00 la tassa  è di €1.500,00 (importo progressivo)
Fino a € 5.000.000,00 la tassa è di € 3.000,00
Oltre €4.000,00.
c) le società che presentano progetti fino a € 1.500.000,00 possono avere un capitale sociale di 20.000 euro, 10.000 per chi presenta cortometraggi
d) semplificazione burocratica.
e) reintroduzione della formula produttiva che preveda la partecipazione ai costi di produzione, in misura non inferiore al 30 per cento dei rispettivi compensi, di  registi, soggettisti e sceneggiatori, attori e tecnici qualificati. Tale importo complessivo venga considerato tra le spese ammissibili ai fini della tax credit interna.
f) il film deve partire entro 12 mesi altrimenti scatta la revoca del finanziamento.

5) Tax credit film indipendenti: esterno fino all’68%, interno 30%.

6) Garanzie per Maestranze, tecnici e generici per il rispetto contrattuale della cifra concordata e sottoscritta dalle parti e segnalazione al Mibact in caso di elusione totale o parziale dell’importo che viene sospeso dall’erogazione fino alla risoluzione della contesa. Garanzia per il produttore indipendente: siccome stiamo parlando di un prodotto artistico a low budget se il collaboratore non asseconda le esigenze artistiche del film  (che non si può capire prima) il produttore indipendente  può interrompere il rapporto a fine settimana saldando le competenze maturate senza l’obbligo da parte del medesimo, di pagare le settimane mancanti come da contratto iniziale. Il produttore dovrà documentare o relazionare tutte queste mancanze motivando il provvedimento.

Distribuzione cinematografica:

7) Circuito Distributivo

AGENZIA Viene creata una Agenzia di distribuzione e promozione del cinema indipendente che si avvale di un circuito di sale che vi aderiscono, diffuso su tutto il territorio italiano.

Per il finanziamento dell’Agenzia ci si avvarrà di una UNA TASSA DI SCOPO DA NON FAR PAGARE AGLI ESERCENTI DEL CIRCUITO, MA A TUTTI GLI ALTRI E A TUTTE LE TV E PIATTAFORME VARIE SUI PROVENTI DERIVANTI DALLA PUBBLICITA’ INSERITA NEI FILM.

CIRCUITO

Le sale che aderiscono al circuito potranno essere: private, comunali, parrocchiali, associazioni di cultura cinematografica, cineclub,  di quartiere  che servono anche come centri di formazione, universitarie, occupate, sale gestite sul territorio regionale  dalle Film Commission.

Le sale aderenti otterranno un marchio che darà diritto ad un finanziamento diretto del Mibact per la proiezione di film indipendenti e una defiscalizzazione completa per motivi culturali.

Le sale per mantenere il diritto al marchio dovranno avere e mantenere uno standard di qualità.

PROGRAMMAZIONE

I film indipendenti compresi documentari e cortometraggi dovranno essere circuitati per almeno 6 mesi attraverso una multiprogrammazione con cambiamenti continui di programmazione giornaliera approfittando delle nuove tecnologie di proiezione.

Il Circuito tenderà ad essere il più possibile inclusivo anche di film a bassissimo costo che però devono mantenere un “livello tecnico” minimo, da sala cinematografica.

Le proiezioni  dovranno essere fatte in DIGITALE (DCP)standard internazionale 4k con schermo fisso,  non con videoproiettori e schermo mobile, questo per far in modo che il circuito non sia considerato inferiore.

DISTRIBUZIONE E PROMOZIONE

L’Agenzia programmerà i film su tutto il circuito, fornendo alle sale i manifesti pubblicitari, cartoline e questionari rivolti al pubblico per capire il gradimento dei singoli film, oltre alla creazione di un sito on line interattivo con il pubblico.

I produttori forniranno all’Agenzia tutto il materiale pubblicitario dei propri film: locandine, trailers…

L’Agenzia avrà accesso a trasmissioni Rai Regionale e Rai Nazionale per la promozione del singolo film indipendente e del circuito con interviste varie.

Verrà creata una rivista on line gratuita e cartacea da lasciare nelle sale del circuito al costo di 1 euro per promuovere i film e tutti gli autori con interviste, compresi cortometraggi, e documentari.

L’agenzia si coordinerà con tutti gli istituti culturali italiani del mondo che dovranno organizzare almeno una rassegna annua di  film indipendenti italiani (a questo fine, bisognerebbe sapere quanti finanziamenti ricevono e come li spendono). Con possibilità di invitare gli stessi autori.

DIRITTI SUCESSIVI

L’Agenzia potrà in accordo con i singoli produttori impegnarsi per vendere singolarmente o in pacchetti i film alle televisioni in primis, per il canale tematico della Rai e comunque a tutte le emittenti italiane nel rispetto delle quote di programmazione stabilite dalla legge.
8) Programmazione Obbligatoria di film  italiani ed europei nelle multisale prevedendo multe sostanziose per i trasgressori; 

Rapporto Rai e Cinema indipendente:
9) Rai Servizio Pubblico: 
a) Superamento di rai fiction e rai cinema come era precedentemente, un’unica Rai basata sulle Reti;
b) Quote di acquisto di film indipendenti, documentari e cortometraggi prevedendo multe sostanziose se non vengono rispettare da versare al Circuito;
c)  Trasparenza: pubblicazione on line dell’elenco dei diritti acquisiti anno per anno;
d) Trasparenza: registro on line dei film finanziati a tutti i livelli specificando le società beneficiarie;
e) Creazione di un canale tematico di film italiani compresi documentari e cortometraggi che hanno una scarsa visibilità;
f) Accesso democratico anche per  i produttori indipendenti (non raccomandati) portatori di contenuti innovativi.

10) Didattica:
a) Insegnamento in tutte le scuole di ogni ordine e grado della materia cinema (educ. all’immagine) con incarichi a esperti esterni;
b)Formazione dei giovani con finanziamenti europei;
c) Recupero di luoghi abbandonati, per sale cinematografiche di quartiere in cui si tengono corsi di cinema;
d)Roma capitale europea dell’audiovisivo con recupero di spazi ex mercati generali da affittare alle produzioni

(continua)

Articolo precedente:

Primi punti di attenzione per una Legge sul cinema

 

Ieri 11 gennaio una delegazione di Cinema In Movimento ha avuto un incontro con il senatore Alberto Airola del Movimento 5 Stelle.

Si è parlato di varie questioni che riguardano il cinema (Alberto Airola prima di diventare Senatore della Repubblica ha fatto cinema e video lavorando a Torino e Roma e capisce bene i problemi del settore.

Difatti è stato un incontro proficuo in cui abbiamo parlato di Rai, della concessione in scadenza della scarsa trasparenza e del fatto che lavorano sempre le stesse società di produzione.

Poi ci siamo intrattenuti su alcuni aspetti del disegno di legge a firma Di Giorgi del Pd sul cinema.

Abbiamo fatto pervenire i primi 4 punti che abbiamo affrontato nel gruppo di discussione di Cinema in Movimento.

Eccoli:

DISCUSSIONE PUNTI ALL’ATTENZIONE PER UNA LEGGE SUL CINEMA E AUDIOVISIVO

 

1) Nuova definizione di film indipendenti:

sono film indipendenti tutti i film considerati difficili per il low budget, fino ad un massimo di € 1.500.000,00 che non siano stati cooprodotti dalle televisioni nazionali ed equiparabili secondo il Mibact a film difficili.

 

2) Cinema Territoriale sul principio del local-global (storie locali per una distribuzione internazionale) attraverso:

  1. a) il decentramento delle commissioni del Mibact in macro regioni

TORINO x Piemonte, Vald’aosta, Liguria, Sardegna;

MILANO x Lombardia e Emilia Romagna;

VENEZIA x Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia;

FIRENZE x Toscana, Umbria, Marche;

ROMA    x Lazio, Abruzzi;

NAPOLI x Campania e Molise;

BARI      x Puglia e Basilicata;

PALERMO x Sicilia e Calabria.

 

  1. b) decentramento Rai per sfuggire all’influenza politica dei progetti;

qui immagino le sedi Rai decentrate che possono decidere anche di preacquistare il diritto di antenna oltre che ad offrire dei servizi legati alle loro potenzialità produttive, per intenderci la Rai di Udine non è la Rai di Torino.

 

  1. c) Film Commission funzionanti che si coordino tra di loro e burocraticamente (modelli e procedure uniformi) con il Mibact;

il ruolo delle Film Comm. diventa fondamentale oltre che per i servizi che già conosciamo, nel sostegno al produttore per aiutarlo ad interagire  con sponsor del territorio, crowdfunding locale, amministrazioni comunali, promoz. del turismo (cineturismo) e finanziatori esterni grazie alla tax credit.

Le commissioni nelle macro regioni possono convivere IN MANIERA PARITETICA anche con una COMMISSIONE UNICA NAZIONALE.

Nella fase istruttoria l’essenziale è la sceneggiatura.

 

3) abolizione del reference system:

– sistema di punteggio automatico che favorisce il finanziamento dei film dei soliti noti, dalla produzione, dal regista, agli attori fino alla troupe, bloccando di fatto il cambio generazionale.

4) Riforma del Mibact, Direzione Generale del Cinema

  1. a) Abolizione dell’attuale sistema sviluppo progetti e al suo posto un concorso nazionale in cui si presenta solo un soggetto lungo e la relazione artistica dell’autore. La Commissione Unica Nazionale valuterà con meritocrazia i progetti di sviluppo.
  2. b) tasse istanza in rapporto al budget del progetto;

Fino a € 1.500.000,00  la tassa è di € 200 per i lungometraggi, € 100 per i documentari e € 50 per i corti e sviluppo.

Fino a € 2.000.000,00  la tassa  è di € 600;

Fino a € 3.000.000,00 la tassa  è di €1.500,00 (importo progressivo)

Fino a € 5.000.000,00 la tassa è di € 3.000,00

Oltre €4.000,00.

  1. c)Le società che presentano progetti fino a € 1.500.000,00 possono avere un capitale sociale di 20.000 euro, 10.000 per chi presenta cortometraggi
  2. d) Semplificazione Burocratica.

Il film deve partire entro 12 mesi altrimenti scatta la revoca del finanziamento.

La delegazione era composta da in ordine visivo:

  • Alessandro Verdecchi – produttore indipendente;
  • Massimo Spano – autore cinematografico;
  • Veronica Bilbao La Vieja – regista;
  • Il sottoscritto Giancarlo Sartoretto, editor;
  • Pierfrancesco Proietti, giornalista;
  • Paolo Scarlato, regista;
  • Bruno Cascio, direttore della fotografia;
  • Marco Bartoccioni, regista

Giancarlo Sartoretto

(continua)

 

 

 

Questo è il documento su cui discutere tra di noi (con tagli e integrazioni che verranno proposte) da portare al Senatore Airola da parte di Cinema in Movimento.

Sono Sartoretto Giancarlo già iscritto all’Anac 1994-98, con Nico Cirasola e altri abbiamo dato vita al Salon des Refusés al Festival di Venezia dove abbiamo fatto vedere i ns film alla sala Perla in polemica cn la gestione della mostra di Gillo Pontecorvo, ho partecipato all’associazione politica C.I.A.C.– Coordinamento Italiano Audiovisivi Cinema (2006) promossa da Confartigianato assieme a Rean Mazzone (il produttore dell’ultimo film di Cipri) e Amedeo Fago, in cui si parla di cinema come artigianato a difesa di quello che è realmente il cinema indipendente.

Dal 2013 ho aperto un blog nel sito CARO FILM-CAROFOUND di politica cinematografica e ho partecipato alla CONFERENZA NAZIONALE DEL CINEMA del 5.11.13 presso il Centro Sperimentale di Cinematografia in cui nel mio intervento ho individuato 4 punti centrali per risollevare le sorti del cinema indipendente, adesso ne aggiungo altri sperando di completare l’opera previa discussione con tutto il gruppo.

CAPPELLO

Noi, come autori, registi, sceneggiatori, piccoli produttori indipendenti, maestranze, lavoratori del settore siamo preoccupati del fatto che molti dei nostri film non riescono ad uscire in sala o se escono non riescono ad incassare quel minimo che e’ fondamentale per poter continuare ad investire nel settore. In parole povere se facciamo un film ci vogliono altri sette anni per farne un altro perché ci troviamo a confrontarci ogni giorno con una industria (sarebbe meglio parlare di artigianato) SEMPRE PIU’ DEBOLE che si trova spesso a gestire problemi di difficile soluzione finanziaria perché il 50% dei nostri prodotti diventa facilmente invisibile, ma non per demeriti, semplicemente perché non esiste un mercato, una distribuzione remunerativa di questi film, per cui alla fine si va a sbattere contro una realta’ fatta di sterminati mulini a vento.

Quindi una politica cinematografica può caldeggiare una legge di sistema per il cinema che vada quanto meno a potenziare questo settore e mantenere un livello di visibilità di tutti i film, anche quelli più difficili.

Solo 20-30 film incassano quasi tutte commedie, gli altri fanno la fame, tanti attori giovani non vengono visti, c’è lo spreco dell’immagine che è l’evidenza di una immagine dello spreco capitalistico…la situazione è veramente drammatica, perché vorremo che ci fosse anche un rientro… si esce e si rientra e invece qui e lo dico come piccolo produttore indipendente, c’è solo una uscita senza speranza.

Ecco i punti che secondo noi possono risollevare le sorti del settore se vogliamo difendere il cinema degli autori indipendenti da un possibile e quasi sistematico fallimento economico e quindi dobbiamo con urgenza portare all’attenzione istituzionale e mediatica per salvare il salvabile, altrimenti fra qualche anno vedremo solo film giovani, carini e omologati e tanti autori disoccupati

9 punti dovuti all’azione sul campo fuori dalle aule accademiche della politica cinematografica autoreferenziale:

1) REFERENCE SYSTEM

  1. a) Abolire il Reference System è fondamentale per l’accesso democratico al cinema. Quel sistema di punteggio per i progetti presentati al Mibac (Ministero Beni e Attività Culturali) che favorisce il finanziamento dei film dei soliti noti, dalla produzione, dal regista, agli attori fino alla troupe, anche perché si considera il fatto d’aver vinto solo pochi festival importanti e non tutti i festival che ci sono in Italia e nel Mondo, creando una discriminazione “classista” tra festival di serie A e festival di serie B, festival di serie C e quelli di serie D (Dilettanti), registi di Serie A e registi di serie B o C1, C2. Il rischio è che si formi una gerarchia immobile discriminando la creatività e l’accesso ai fondi.
  2. b) Il Reference System è nato dalla riforma del 2004 attuata per mezzo di decreti ministeriali, sotto la spinta dei poteri forti del cinema, i “senatori” della pellicola, i quali volevano che si rispettasse una gerarchia della visibilità. Questo in origine per sconfiggere la tendenza che il Ministero d’allora aveva, di finanziare totalmente con grosse cifre, perfetti sconosciuti, i quali non riuscivano ad incassare neanche una minima parte di ciò che era stato speso, per cui ci sono state le critiche anche feroci dei neoliberisti de IL GIORNALE, perché si davano soldi a pochi e magari raccomandati, creando dei produttori privilegiati. Invece di dare poco a tanti in maniera che i produttori dovessero trovare la differenza, (come adesso sta facendo giustamente il Mibac) davano tanto a pochi (i privilegiati) da farli diventare ricchi a spese della comunità senza che il cinema avesse a guadagnarci.

2) CIRCUITO DISTRIBUTIVO LOW BUDGET

  1. a) Creare un circuito distributivo a capitale misto (Stato e Privati) che sia remunerativo per il cinema a low budget e d’autore, per quei progetti in cui non ci sia Rai o Medusa, anche perché non si può fare un film da festival e pensare di guadagnarci, puntando sulle mono sale del centro storico.

b)Tanti si inventano circuiti alternativi ma sono solo espedienti di lancio del loro film, il problema è che un sacco di film piccoli e di nicchia non vengono visti e così Rai o Mediaset non li comprano e il piccolo o micro- produttore che ha anticipato INCORAGGIATO, in certi casi dal finanziamento pubblico, si trova con le braghe di tela e rimane esposto con le banche, entra facilmente per importi risibili, nella centrale rischi e non piglia più nessun anticipo neanche se si mette in ginocchio e si frusta la schiena.

  1. c) Ci deve essere un circuito di sale che sostengono i film italiani “diversi”, altrimenti come fanno i piccoli produttori a guadagnarci? La loro valorizzazione può passare attraverso una agenzia pubblicitaria, una rivista online che promuova questi autori e un interesse mediatico che ponga all’attenzione questi prodotti, presupposti oggi come oggi per poter creare una confezione decente e vendere un film di questo tipo.
  2. d) Una rivista fatta da filmakers (italiani) per loro, che funga da scambio di esperienze, di annunci ecc. coinvolgendo tutti gli autori di cortometraggi e di documentari, diventa fondamentale se vogliamo valorizzare adeguatamente queste risorse creative togliendole da un certo isolamento dispersivo.
  3. e) Si dovrebbe potenziare una rete insomma! Infine ci dovrebbe essere un accesso gratuito a tutti i programmi della Rai (anche regionale) a fini promozionali.
  4. f) Il sistema distributivo sarebbe a menu, come quello del circuito cinema veneziano, non un unico film in cartellone, ma più film nella stessa giornata a un costo di 5 euro in maniera tale da fidelizzare un pubblico che vedrà tutti i giorni film diversi e quindi i film potranno circuitare da un cinema all’altro di città della stessa regione o di gruppi di regione e in ambiti geografici specifici, nord, centro, isole.

3) TETTO A FILM USA

  1. a) E qui passiamo a un aspetto un po’ delicato che non piace (per niente) ai doppiatori e cioè la regolamentazione della distribuzione dei film Usa .
  2. b) Lo scambio ineguale con il cinema Usa vige da tanti anni. Oggi per poter imporre (a differenza degli anni 60) un film in America ci vogliono parecchi capitali ancora prima che delle idee nuove: “Con Sorrentino e Garrone il nostro cinema arranca negli Usa” diceva Pedro Armocida in un articolo del 29/03/2013 su IL GIORNALE che in passato conservava una linea editoriale contro il cinema italiano. Il film di Garrone, Reality, ha incassato 18.000 dollari e 144.000 dollari il film di Sorrentino girato in America del Nord.
  3. c) E diciamola sta cosa: ci sono troppi film made in Usa (circa 300 nelle nostre sale in un anno) che non danno la possibilità ai nostri film di essere “circuitati almeno in Italia” con grave danno economico.
  4. d) Se non incassano in Italia i ns film dove vuoi che vadano, a parte rare eccezioni, perché oggi i film prodotti sono tanti e ogni Paese promuove i loro e quindi bisognerebbe mettere un tetto annuale – ma non eccessivo – ai film Usa max 250 in maniera che 50 film italiani possano sperare di essere visti.

4) CINEMA TERRITORIALE per dare una identità anche locale al cinema.

  1. a) IL Mibac assegni solo l’interesse culturale, il visto censura ecc., mentre delle commissioni dentro a macroregioni diano il contributo statale che si coniuga con quello regionale e sponsorizzazioni varie locali. Si creerebbero così delle sinergie.
  2. b) Commissioni pagate a letture di progetti presenti ad es. a Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Bari, formate magari da autori di cinema in stand by.
  3. c) Così si creerebbe uno spirito di concorrenzialità tra le varie commissioni (che dovranno essere scelte in alternativa) da chi redige il progetto e la Commissione che lavora meglio (che giudica con professionalità) emerge e quindi i produttori sarebbero incentivati a girare in quei territori dove potranno accedere anche al credito regionale, alle sponsorizzazioni varie territoriali, al coinvolgimento delle persone che può aumentare il pubblico locale.

5) TAX CREDIT ESTERNO ALL’80% e interno al 25%

  1. a) Avendo molta difficoltà ad accedere ai finanziamenti privati, questo strumento fiscale finisce per premiare i film commerciali che non hanno bisogno (paradossalmente) del TAX CREDIT perché posso guadagnare anche da soli. Quindi il Tax credit ha un senso solo se va a finanziare i film difficili e sono film difficili non solo per il contenuto della sceneggiatura, per la rappresentazione di storie, ma anche per la difficoltà ad uscire ed essere distribuiti e quindi devono beneficiare di un credito di imposta fino all’80% da parte di finanziatori esterni e almeno il 25% di finanziatori interni.
  2. b) Se poi un circuito distributivo efficiente remunerasse questi capitali investiti si creerebbe di fatto un circolo virtuoso per un cinema più libero e vario tale da assicurare un “pluralismo” produttivo.

6) FILM INDIPENDENTI

  1. a) Sono da considerare indipendenti tutti quei film che non vengono preacquistati dalle Tv attraverso un diritto di antenna o da altro e che cmq non vengono finanziati dalle Tv cn l’eccezione della vendita postuma. E comprende piccole e microproduzioni che trattano soprattutto documentari e cortometraggi.

7) RAI SERVIZIO PUBBLICO

  1. a) Una parte di quote obbligatorie d’acquisto deve riguardare film indipendenti nel senso del punto 6) pari al 40%.
  2. b) Rai cinema deve rendere pubblico on line l’elenco dei diritti acquisiti e in particolare il diritto d’antenna dei singoli film e il nome delle società contrattate durante l’anno.
  3. c) Un Registro on line dei film finanziati a tutti i livelli: sviluppo, pre-produzione, produzione, post-produzione specificando il tipo di finanziamento che ha beneficiato la società e se si tratta di lungometraggio o cortometraggio, anno per anno.
  4. d) la messa in onda dei progetti finanziati e lo share ottenuto per vedere anche i risultati delle scelte.

8)FICTION

  1. a) Accesso democratico con progetti presentati da micro, piccoli, medio e grandi produttori che verranno cmq discussi in sede Rai.
  2. b) Sempre in rete Rai Fiction farà vedere i progetti promossi e i criteri adottati e discussi.

9) MIBACT

  1. a) Per quanto riguarda le tasse da pagare all’atto dell’iscrizione dei progetti per il riconoscimento dell’interesse culturale, occorre differenziare l’importo anche per budget, inferiore a 1 milione di euro, fino a 1.500.000. oltre.
  2. b) Il Mibact continua ad attivare una commissione di interesse culturale per i progetti che sono da considerare a rilevanza nazionale.
  3. c) Lo sviluppo delle sceneggiature sarà svincolato dall’obbligo di fare un film e diventerà un concorso. Le sceneggiature finanziate verranno messe on line a cura del MIbact per il reperimento di eventuali finanziamenti esterni.

CINEMA IN MOVIMENTO

Sartonet 15