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3 – IL VOTO DI SCAMBIO E LE PREFERENZE

30 Gennaio 2014

Parliamo di voto di scambio e di preferenze, se ne discute senza riuscire a trovare una soluzione quasi che l’impotenza dei partiti riflettesse la degenerazione della politica e anzi di piu’, del sistema democratico. In effetti cosa è avvenuto?

I programmi e le regole che i partiti si son dati per poter parlare di visioni e di politiche diverse, hanno preso una brutta piega rappresentata dal voto di scambio, non parliamo solo di quello mafioso, qui parliamo del principio ormai diffuso “se io ti voto tu cosa mi dai in cambio”, per cui la “mercificazione” elettorale esprime un degrado quasi inarrestabile soprattutto al sud dove conta solo chi porta pacchetti di voti, perché dietro a questi pacchetti ci sono soldi.

Così all’origine la politica diventa corruzione diffusa nel mentre si fanno bei discorsi per sviarla, affermando nobili valori che esistono solo nelle “tasche” degli uomini politici.

I voti danno considerazione politica, vengono messi in vendita al miglior offerente, saltano ideologie varie e destra e sinistra diventano solo prese per il culo, in cui tu vali non per le idee che hai, ma per i voti che porti e l’organizzazione comunale si trasforma in un centro di potere clientelare, di somministrazione di pacchetti di voti, di vari clan amministrativi parassitari.

Questo è proprio vero degrado democratico certificato (DDC). Io galoppino di partito posso chiedere favori compresi i posti di lavoro se porto un certo numero di voti e gli stessi posti di lavoro nelle multiutility sono divisi tra i partiti.

Altro che confronto tra idee diverse, di libertà di scelta, di programmi da preferire, di razionalità delle motivazioni, mi fa venire in mente il filosofo greco Aristotele quando parla della degenerazione dei sistemi politici per cui alla Politeia (la vera democrazia greca, subentra la sua degenerazione, che al tempo si chiamava democrazia) quindi già la democrazia era vista come degenerazione, e adesso è diventata degenerazione della degenerazione poiché nel lungo periodo in essa vince il voto di scambio e le varie lobby CHE fanno le leggi ESAUTORANDO IL PARLAMENTO, in questo contesto rimettere le preferenze significa incoraggiare a livello di collegi elettorali questo pericolo, perfino Berlusconi dovrebbe sborsare molti più soldi per comprare milioni di pacchi di pasta, gli converrebbe diventare socio di maggioranza della Barilla, la casa degli italiani.

Il politico cercherà di far affluire nel collegio uninominale più finanziamenti possibili, cercherà di incentivare l’economia con i lavori pubblici distruttivi per il territorio, per presentarsi alle prossime elezioni con un boom economico locale drogato, creando un benessere puramente artificioso che si poggia su elargizioni pubbliche pagate dalla comunità nazionale.

Ecco perché molte opere pubbliche non sono portate a termine, se un candidato non viene eletto i lavori si bloccano per cui dipendono dalle fortune politiche di un unico boss, o ras, oligarca, catapano.

Quindi una finta economia viene fatta crescere a tavolino per favorire l’ascesa del pezzo grosso locale il quale creerà una rete di benefici soprattutto ai propri galoppini, che verranno pagati anche per mantenere le preferenze intatte, illudendo magari su futuri posti di lavoro.

La finta economia crea per qualche mese una finta occupazione magari per gli operai che lavorano in subappalto che sono assunti dalle ditte locali, per i grossi appalti però si preferiscono imprese nazionali, potenti che abbiano liquidità finanziaria (possono anticipare soldi) e soprattutto capaci di far passare eventuali operazioni finanziarie nel silenzio, a differenza delle ditte locali che sono meno controllabili a livello di chiacchiere e dei si dice.

L’antico feudo democristiano rimane uno schema di senso dentro il quale si struttura l’impalcatura di potere ancora oggi. Questo sistema si chiama Sprecopoli per cui la carriera elettorale locale viene fatta a spese della comunità nazionale, allora io penso che bisogna riportare la politica alla civiltà della discussione del programma politico della scelta trasparente, è per questo che bisogna fissare la durata degli incarichi in soli 2 mandati parlamentari e poi i politici devono essere mandati a casa e se occorre a fanculo e cmq anche loro devono vivere come cittadini qualunque guadagnandosi la vita come tutti. Non esistono i competenti a vita, se non chi è attaccato al potere e quindi al denaro con quel che ne consegue.

In ogni caso NON SI DEVONO CREARE CLAN FAMILIARI, MA SE DOVESSE SUCCEDERE CHE SI PASSANO LA PALLA, BISOGNEREBBE CHE CI FOSSE UNA SPECIE DI AUTORITA’ GIUDIZIARIA DI CONTROLLO CAPACE DI SANZIONARE IL VOTO DI SCAMBIO, CHE è una iattura che sta distruggendo il concetto di polis e di comunità.

Con il voto di scambio il collegio elettorale si trova di fronte a dei partiti corrotti e a un corpo elettorale ancora più corrotto, INSIEME, UNITI, il processo diventa irreversibile, marcescente, puteolente. Bisogna che i politici siano distanti e distinti dai particolarismi regionali.

giancarlo sartoretto

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