logo

Blog

AL CINEMA AL CINEMA… VACCI TU!

23 Luglio 2017

Il cinema non si esaurisce facilmente, si esauriscono certi filoni e la sala cinematografica non attiva più le grandi folle, però devo apprezzare il fatto che ci sono molte arene estive che riprendono anche film che sono passati in secondo piano come l’arena Airiciclotteri di Bari  (nome molto storpiabile).

E’ vero che non c’è stata una politica di settore decente che difendesse le sale come luogo d’attrazione delle immagini, oggi invece trasmettono troppi film in Tv, se pensiamo che oltre a Sky, Netflix per lo streaming e canali di tutti i tipi danno film in ogni momento, se vai a vedere quasiasi settimanale tipo Telesette o Film Tv ci sono spesso fino a 12 film in prima serata nella Tv generalista, quindi l’offerta è talmente tanta che speso la gente si stanca. Molti preferiscono stare a casa e non spendere soldi fuori, nonostante gli sforzi di affermare che l’immagine deve essere “grande” per poterla apprezzare, stiamo a casa invasi “da notte” a vedere tutti questi film, e l’inflazione comporta il deprezzamento generale anche del cinema e di molti film italiani fuori mercato, di storie e autori che diventano invisibili.

E’ questo un fenomeno piuttosto diffuso: molto cinema americano viene visto, così pure quello europeo da festival, poi vengono intraviste altre cinematografie più marginali e mai viste certe produzioni italiane indipendenti che hanno costi più ridotti ma idee interessanti e a volte nuove e che trovano spazio nella rete di festival locali, però siccome il cinema è anche immagine e lustro si preferisce invitare i grandi nomi anche nei festival minori (quelli che potrebbero fare pubblicità) se ciè è inevitabile in una società dello spettacolo meno inevitabile è una politica di settore che non vede tutto ciò, è solo autoreferenziale e che sta facendo di tutto assieme al Grande Franceschini per far morire anche inevitabilmente quel poco che resta.

Solo chi si autorganizza può concludere qualcosa ma lasciando perdere la propria specificità e aderendo ad una politica comune, altrimenti il cahier de doléances si infittisce di lamenti e denunce ai nostri sovrani del cinema che se ne fregano…ne se soucient pas.

Gian Sart

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Indietro