logo

Blog

IL BALCONE UN RICORDO VENEZIANO

17 Giugno 2015

IL BALCONE
UN RICORDO VENEZIANO

Oggi è oggi e anche oggi è un altro giorno come disse la Margaret, ma oggi non è solo uno di quei giorni in cui bisogna essere contenti di vivere e basta, oggi invece l’é proprio bello eh, di giorni così ne conti pochi all’anno, ma valgono per tanti e lo sai perché: perché si vive e si respira a pieni polmoni, perché ti sembra di essere rinato, perché sei vivo e lo senti in ogni attimo, perché, perché, perché è così e basta…
E’ una giornata asciutta, ripeto, ed io mi sento così bene, che respiro in profondità, come a dire ci sono, fresca e soleggiata con un’aria frizzante che uno può pensare d’essere felice.
Solo i morti non sanno più cosa sia una giornata come questa, aggiungerei anche i futuri nati che non sanno proprio niente.
Ormai i freddi invernali sono alle spalle così come i cappotti, i maglioni.
Felice aveva un nome adatto per quel giorno: ci sono dolori, sofferenze, disagi, vuoti, depressioni, ma se riesci a vivere con partecipazione una giornata così ti fai la ricarica gratis, non molli con la vita perché puoi vivere anche in riserva per molto tempo ed attingere alle tue energie interiori in caso di bisogno, almeno fino all’esaurimento delle scorte…una giornata come queste e non esagero è capace di inculcarti una gioia che accumuli dentro di te e che consumi a piccole dosi, dice il saggio: chi va oltre rimane vivo, chi rimane nel recinto sbadiglia, saggio cinese pure dice questo, che energia ti da vita, ma per avere vita devi andare oltre il giardino…
Felice eccitato con i pensieri non avrebbe mai voluto di smettere quel suo camminare tra le calli e i ponti mentre l’acqua rifletteva tutti i colori che c’erano in giro, che circolavano liberamente tra le barche variopinte ferme sul canale. Non bisognava smettere di camminare per gustare al meglio quegli attimi, ne fermarsi a parlare, fosse la creatura più magnifica al mondo.
Felice era consapevole di tutto ciò e di altro ancora perché occasioni del genere sono da gustare con tutti i sensi possibili accesi, Venezia così diventa ancora più straordinaria perché se è vero che si alimenta di continui silenzi e di rumori impercettibili, un improvviso plop di qualcosa che cade in acqua desta l’attenzione, una voce squillante di bambino e poi di nuovo profondissima quiete e tutto sembra a avvolgersi nel lento rifluire delle cose verso un destino morbido, sonnacchioso, cullato dalle onde del mare che non riescono a farsi sentire tra i canali stagni dove il creck delle gondole fa da sfondo a voci di saluto, dove l’acqua rifluisce con qualche impennata, dove tutto sembra morire a poco a poco ritorna a farsi respirare, cullare, ti senti di far parte del niente anzi del nulla, che però non è vuoto tra quelle pietre screpolate che a contatto dell’acqua sono ricoperte di licheni, consunte che ti parlano di antichità da tutti i lati, ne hanno visto di persone affannarsi e morire ma loro sono rimaste da chissà quanti anni e Felice si rendeva conto ad ogni passo di star camminando fuori dal tempo presente come in una specie di favola.
Giunse alfine ai gradini di un ponte in un profondo silenzio del mattino, dove due canali si intersecavano facendo risaltare stupende costruzioni rinascimentali con i loro piani nobili, che davano direttamente sull’acqua e le finestre gotiche cinte da piccole colonne che risplendevano immagini d’altri tempi, altri volti, sguardi e quelle tende bianche sinuose e ancora quel silenzio che trasformava in magia ogni attimo e ogni pensiero ricamato da parole che se pronunciate appiattivano già il tutto: noi siamo esseri che più non possiamo essere, il massimo che possiamo è quello di vivere l’attimo e non serve pensare di diventare grandi e di rinviare le gioie, perché quando pensiamo di posporre un attimo siamo già lontani da noi stessi e indifferenti agli altri, crediamo di fare grandi cose per essere ricordati dagli altri quando possiamo vivere ora e ricordarci a noi stessi: tutto è illusione, oblio e consunzione, perché abbiamo coscienza?, a che serve la coscienza?…ma Felice (continua)
da RACCONTI PRIMAVERILI di ROY MICHIELINI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Indietro