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IL CINEMA ITALIANO E’ TENUTO SU DALLA BUROCRAZIA CENTRALIZZATA

4 Maggio 2018

Qualche giorno fa un giovane regista cinematografico si lamentava perché nemmeno quelli che in Italia lavorano con lui vanno a vedere il film che aveva appena girato, magari con grande fatica e preferiscono vedere il solito film americano, quello di Spielberg in questo caso, o altro in altri casi, per riconoscere sotto sotto che il ns cinema non è così imperdibile, il bello è che sono tanti quelli che vogliono stare nel cinema perché è un bel lavoro, sono tanti quelli che scrivono continuamente sceneggiature come se glielo avesse ordinato il dottore e pretendono che tu gliele produci senza avverti prematuramente avvisato, ovvero quelli che sommergono le produzioni di curriculum e poi quando vanno a vedere un film o ti parlano di cinema ti parlano dell’Usa come se gli italiani contassero meno di zero a parte rare eccezioni e allora diciamolo: è inutile che il Mibact finanzi nuovi autori se poi questi vengano sistematiciamente abbandonati a loro stessi e non hanno la possibilità di vedere distribuiti i loro film né al cinema né in tv o venduti all’ estero, che senso ha produrre se non c’è la possibilità di gestire i diritti perché la Rai se ne disinteressa altamente di acquistarli, come le altre maggiori televisioni che fanno giri che puntano sull’estero Usa, a questo punto chi fa un film non riesce a firmarne un secondo perché diventano tutti prodotti invisibili mentre c’è chi guadagna approfittando di certe posizioni di potere magari comprandoli sempre dall’Usa, insomma ad excludendum, c’è gente giovane che non ha nessuna prospettiva di carriera cinematografica, per le cattive politiche governative che dimostrano un disinteresse della cultura stessa che si arrabatta e tira a comprare Usa e Getta, ma invece di valorizzare questi autori fa diventare il cinema uno strumento di potere burocratico, di spreco di talenti dove si scambiano influenze e poteri (ci metto dentro anche i critici cinematografici) e poi ti arriva un Renzi qualunque che quando firma la nuova legge sul cinema ( un po’ di tempo fa) ti dice che finalmente sono finiti i favoritismi delle commissioni e quindi sviluppiamo gli automatismi di chi incassa, sono questi che possono dominare il mercato e che film sono? Questa storia Renzi non poteva saperla e non poteva capirla in così breve tempo, pero tutti andavano a caccia di commedie per cercare di fare soldi subito, dove pochi però sono i distributori in grado di lanciarle sul mercato e fare quella milionata che ti assolve dalle spese, commedie che poi non escono dall’Italia e quindi ritorniamo alle commissioni ma come si possono migliorare queste Commissioni? Non certo creando assistenti agli esperti Commissari generando dei commerci inusitati di “gusti” e di intrallazzi, l’unica alternativa è quella di moltiplicare le Commissioni decentrate di esperti sviluppando un Cinema Territoriale e qui c’è la solita sordità manifesta. C’è chi non vuole perdere il potere del centro e chi è che non vuole perdere questo potere? Torniamo al titolo.

Gian Sart

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