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1 – LA COMMEDIA MEDIA E I FILM INTERROTTI

30 Maggio 2013

FINANZIA UN FILM VINCI UNA CASA

La casta del Cinema è formata da quei tre-quattro produttori che di solito fanno leggere le sceneggiature ad amici e amanti e che riescono a creare, poiché ne hanno un potere, una confezione media però d’alto profilo, una confezione di serie A.

Le sale sono in mano alle 7 sorelle Usa che fanno finta per immagine, di distribuire qualche film italiano e da due grossi circuiti italiani (uno Medusa e l’altro Rai), sono loro che riescono a lanciare i film medi o mediocri e a farli cmq superare il milione di euro, grazie al loro potere sulle sale cinematografiche, un potere che nessuna piccola distribuzione può avere.

Gli indipendenti raramente accedono a quella confezione e devono accontentarsi di distribuzioni medie, medio-basse ovvero basse.

Ma se un produttore indipendente pensa di avere tra le mani finalmente una sceneggiatura importante e la fa leggere a questi grossi produttori-distributori per una coproduzione e/o una confezionedi serie A), finiscono in mano ad amici e amanti (persone incompetenti) con grande frustrazione di chi vuol fare progetti importanti, poiché i flussi dal basso verso l’alto sono intasati, interrotti e sono puramente formali, dove vige quella paternale anche se non espressamente detta: lasciateci fare a noi i film importanti che li facciamo bene.

Poi viene un incerto Giacomo Ferrari da “Libero” dell’ 1/5/2013 a dirci che noi italiani non sappiamo sceneggiare e non c’è chi sappia prendere il testimone dei grandi maestri e siamo condannati all’aurea mediocritas e se era partito dicendo che noi italiani non sappiamo sceneggiare, finisce col dire che i grandi come Rossellini potevano fare a meno delle sceneggiature, anche se Kubrick, Spielberg e Peckinpah pure loro maestri, non partivano se non avevano sceneggiature di ferro. Insomma cosa vuole dire non s’è capito.

Poi le commedie alla Vanzina.

In una intervista (Il Giornale dell’8.1.13) Enrico parla dei segreti del cinema popolare: “anche noi siamo diventati stracult, ci studiano all’università, gli esercenti di tutta italia ci hanno telefonato per comunicare che il film (l’ultimo) piaceva alla gente, anche se i numeri a volte giocano brutti scherzi, a volte i film brutti fanno soldi, però nessuno andrà più a vederli (?!?)

Diciamolo il grande sconfitto è il cinema d’autore” e continua affermando che la commedia all’italiana la fanno in pochissimi ed è un genere che ti restituisce la tua identità, ed è l’unico spazio che ci lascia il cinema americano.

E poi Enrico Vanzina se la prende con l’assistenzialismo della Rai che produce troppi film d’autore perché in Italia non si considera il cinema un’industria mentre all’estero si promuovono film che non ci rappresentano. Ma una domanda viene da fare a Vanzina: come mai queste commedie, le sue e di pochi altri all’estero non vendono, a differenza delle commedie dei grandi autori anni 60 e 70? Di che tipo di industria parla?

E allora vista la conformazione del mercato italiano, nel quotidiano L’Avveniredel 4/5/13, Emanuela Genovese ci dice che insomma “non ci resta che ridere? Francesco Bruni di 100 autori le risponde: perché oggi la commedia si snoda solo attraverso le parole chiave dell’intrattenimento e della spensieratezza, però rimane sempre più superficiale con attori macchietta che non cambiano mai mosse e faccette e storie e personaggi che guardano troppo al successo facile e veloce.

Lo ribadisce anche Michele Anselmi, e Paolo D’Agostino parla di storie condannate alla semplificazione e alla scorciatoia: il film vengono costruiti con la struttura della farsa.

Per finire Fabio Ferzetti sottolinea il fatto che le nostre commedie sono contenitori ricchi ma artificiosi e con poca vita.

Insomma dai critici si dice che in Italia c’è solo la commedietta e quella degli anni 60-70 è completamente scomparsa.

Questa è una panoramica dalla quale si possono trarre utili conseguenze: BASTA CON LA COMMEDIA MEDIA

  1. che il cinema vero è in mano agli Usa;
  2. che noi però possiamo fare commedie medie per divertire;
  3. che queste commedie medie sono in mano ad una élite o casta che dir si voglia;
  4. corrispondono ad una specializzazione produttiva del cinema a livellodi mercato globale;
  5. che non funziona il mercato italiano perché non premia la qualità, ma la confezione;
  6. che il cinema indipendente non vi accede e quindi non esiste;
  7. che l’art. é stato scritto da giancarlo sartoretto
  8. ah si e chi sse ne frega nun celo metti?
  9. basta con la casta e la commedia media media media media media media media media media media

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