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LA RAI MAGGIORITARIA

28 Ottobre 2016

In Italia l’informazione è sempre prona al potentato politico di turno, la Rai prima era democristiana, poi socialista, poi è andata a finire in mano a Berlusconi che era già proprietario di Mediaset, poi alle varie maggioranze succedutesi, poi infine al Pd di Renzi. Ognuno metteva i suoi uomini all’interno della Rai e ognuno faceva entrare i propri raccomandati, così il personale dipendente aumentava e gli sprechi di più. Naturalmente i politici dicevano che la Rai sarebbe diventata la più grande azienda culturale del Paese mentre la stavano distruggendo. Ora Il Pd di Renzi controlla anche buona parte della Fiction e tutti i produttori e registi di corte in quota Pd lavorano alla grande tutto l’anno anche i giorni festivi e si beccano contratti milionari. In cambio di questa protezione politica vive nel disordine e nell’anarchia. Così oggi la Rai appartiene in toto alla vecchia politica, è impossibile cambiarla come dice con onestà intellettuale il Sen. Airola, lui c’ha provato ma è rimasto senza risultati. Ebbene si, la Rai costituisce un premio di spartizione che va al governo, in Italia si usa così, non esiste l’autonomia e l’indipendenza giornalistica di una BBC, il degrado è iniziato da subito, è la Rai stata trattata come una grande meretrice seducente che si vendeva al potere, il quale in maniera suadente la addomesticava ai suoi voleri e interessi.
Se noi come movimento 5 stelle al quale mi onoro di essere iscritto dal 2012 appena in tempo a fare il GRANDE ELETTORE dei deputati e senatori attuali (chi non si ricorda delle firme prese al freddo) andassimo al governo cosa facciamo?
Entriamo per fare pulizia e ristabilire un ordine, togliere di mezzo tutte le strutture di potere della vecchia politica e provare a riportare la massima azienda culturale in mano alla meritocrazia, ai giornalisti competenti e indipendenti, farla diventare come la BBC, il che non è facile, ovvero ripresentare una vecchia idea di Beppe Grillo per cui si mandano 2 canali Rai2 e Rai 3 nel privato togliendo le azioni del tesoro e mantenendo solo Rai 1 e solo il personale che è stato assunto con concorso regolare o invece ancora applicare la legge e non rinnovare la convenzione con il governo, che poi sarebbe il D.P.R 28/3/94 N. 188 che riguarda la convenzione tra il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni (di allora) e la Rai per la concessione in esclusiva del servizio pubblico di diffusione circolare dei programmi sonori e televisivi sull’intero territorio nazionale che lo concedeva x 20 anni mentre stipulava ogni tre anni un contratto di servizio integrativo e l’art. 23 dello stesso DPR che riguardava la possibilità di decadenza e affermava che in caso di gravi e reiterate inosservanze degli obblighi derivanti dalla presente convenzione può essere disposta la decadenza della concessione previa deliberazione del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro delle Poste ect. ed il parere della Commissione Parlamentare di Vigilanza. Quindi in teoria si potrebbe anche non rinnovare la convenzione e darla a qualche altra televisione, una BBC in italiano.
Gian Sart

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