logo

Blog

1 – LE SALE DI CITTA’, LE SALE DI PERIFERIA, LE SALA DI CAMPAGNA…

15 Febbraio 2014

Le sale di città si chiamano cityplex perché fa più figo, ma il più delle volte sono monosale situate in centro storico dove non si trova un parcheggio neanche per sbaglio e dove è sempre più difficile arrivarci per effetto di contorti sensi unici.

Se poi ci metti che lo schermo è vecchio, che la sala è demodè (anche se a me piacciono tanto le sale un po’ vintage) che le poltrone sono spellacchiate con residui di polvere antica mentre vedi uno sparuto numero di persone in mezzo a tante poltrone vuote e il gestore dai capelli bianchi triste e silenzioso, di una severità d’altri tempi, credi di essere ritornato indietro di 20 anni, ti siedi nell’ultima fila con lo sguardo inquieto e ti chiedi per quanto tempo tirerà avanti, speri sempre che l’ambiente si rinnovi che le cose cambino, però intanto si chiudono da un giorno all’altro questi luoghi un po’ da museo, arredi che hanno visto tanti film e tanta gente e allora ti richiedi cosa bisogna fare per tirarli su come se avessi la palla magica.

E’ impossibile ti dice il gestore, le abbiamo provate tutte ma il quartiere in questi anni è notevolmente cambiato, la gente non viene più a vedere certi film, tutto si è semplificato, la sala come luogo di aggregazione? Il gestore si rabbuia, ma che vuol dire aggregazione perché delle persone isolate si ritrovano in una sala?

Ma rimarranno sempre isolate, aggregazione è una stronzata, bisognerebbe fare un cineforum, ma è così maledettamente demodè, era l’unico modo di aggregare delle persone in una sala buia, potevano interagire ma oggi la dimensione è nettamente più anonima e adesso poi ci si mette pure il digitale a darci il colpo di grazia, un investimento serio che non si ripagherà mai in termini di presenza di pubblico, per questo ci vogliono gli aiuti pubblici, altrimenti il cinema deve chiudere, questa nuova tecnologia diventa facilmente obsoleta e così solo una minima parte di sale può sopravvivere.

Ma l’Anec cosa fa? L’associazione nazionale esercenti cinematografici…..Fa tanto bene se uno la prende a piccole dosi…ci scherza sopra l’amico dallo sguardo malaticcio e irato.

Ce l’ha con chi parla di cinema come luogo di aggregazione: io vedo-mi risponde- tanta gente solitaria che rimane tale e tanta altra che vorrebbe venire ma non vuole venire da sola, abbiamo organizzato una convenzione con l’associazione degli anziani ma abbiamo sempre poca gente, i nostri rappresentanti?

E’ da tanti anni che parlano ma non ho mai visto risolvere un problema, non hanno mai salvato una sala che stava per chiudere e poi loro sono sempre contenti, siamo noi i derelitti…il giudizio è un tantino drastico, mi sembra.

I nostri amici-ci dice l’esercente-leggendo un articolo da un giornale ripiegato, Occhipinti, Bernaschi e Tozzi sono entusiasti, parlano con ottimismo come i nostri politici, perché le sale di città sono più sofisticate in quanto a contenuti, perché si vedono i film da festival e rappresentano i luoghi dell’aggregazione (ancora è proprio una fissazione!), gli esercenti però non hanno una visione comune, e ognuno va per conto suo che non agevola la risoluzione dei problemi, cmq c’è una risposta positiva del pubblico se hanno saputo (gli stessi esercenti) rinnovare l’impianto: è scandaloso che lo Stato faccia pagare l’Imu al cinema che distribuisce prodotti culturali, occorre dare offerte nuove creando come in Francia dei cinema a 5 stelle e puntando sulla multiprogrammazione e per questo però i distributorti devono avere percentuali diverse di noleggio senza minimi garantiti e dall’altra parte bisogna fare come i Francesi che hanno abbassato l’Iva dal 10 al 5% mettendo la sala al pari dei beni di prima necessità per i cittadini, ma la Francia è tutto un altro mondo, ci dicono.

Va bene tutto..ma dagli co sta aggregazione…hanno rotto il ca..voletto di bruxelles….E mentre l’esercente che poi è un vecchio amico continua a leggere in sottofondo l’articolo io lo saluto e gli auguro ogni fortuna, ma lui mi risponde ormai con un tono flebile che se non interviene qualcuno entro giugno dovrà chiudere perché i soldi per il digitale proprio non ce li ha…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Indietro