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2 – MERITOCRAZIA O BUROCRAZIA?

19 Settembre 2013

Fondamentalmente la ricchezza privata non ha mai avuto una legittimazione sociale anzi essa rende più difficile la stessa stabilità sociale, secondo Talcott Parsons (un sociologo americano), si giustifica come effetto della meritocrazia, efficace strumento di promozione sociale, la Classe Media ha puntato sulle qualità individuali, sulle capacità degli affari, sui talenti, però allora come giustificare l’ereditarietà della proprietà e della permanenza di oligarchie, fattori che complicano a dismisura le cose.

Meritocrazia ed ereditarietà fanno a cazzotti.

Secondo Talcott Parsons, l’ereditarietà non è in contrasto col principio del successo e dei risultati individuali essendo soltanto una TRADIZIONE RESIDUA.

Una società sempre nuova che parta da zero, non esiste sulla carta, è nel suo sviluppo naturale il fatto che si creino rapporti familiari economici oltre la morte del singolo individuo e si stratifichi quindi un potere permanente è nell’ordine della natura delle cose, per cui alcuni soggetti hanno il diritto di avere qualcosa in cambio di nulla, contraddicendo però il mito dell’Universalistico Successo Individuale.

Difatti la classe media ha dentro di sé una contraddizione fondamentale che indebolisce il sistema morale universale, al punto che esso vale sempre per gli altri e invece per sé c’è sempre un’eccezione giustificata da circostanze impreviste e imprevedibili che costringono a delle scelte compromissorie, per cui mentre si pretende dagli altri IL MASSIMO DELLA CORRETTEZZA si è auto assolutori verso se stessi (c’è sempre l’eccezione che conferma la regola).

Ci si dimentica della moralità perché il fatto non è preponderante per noi, niente a che vedere con altri fatti analoghi capitati ad altri. L’importante in definitiva, è che quel di più che alcuni hanno per diritto familiare, come opportunità aggiuntiva, sia usato nel modo più efficiente possibile all’interno dei valori importanti del sistema, per la realizzazione dei suoi fini, non siano cioè elementi parassitari di spreco delle risorse, (in sostanza devono essere coinvolte produttivamente) cmq in ogni società ci saranno sempre delle differenze nella distribuzione di opportunità e questi però sono per Parsons fattori secondari che non inficiano il funzionamento ottimale di una società.

Platone sostiene che la stabilità del sistema dipende dal principio per cui ciascuno viene retribuito in proporzione ai suoi “meriti”, però la ricchezza ereditata continua ad essere retribuita senza che i beneficiari abbiano dei meriti, chi non si ricorda una delle poche riforme di Berlusconi, quella di ridurre sensibilmente le aliquote fiscali sul passaggio ereditario per renderlo meno costoso e quindi più facile: una società liberale o neo liberale esalta la proprietà e vuole sempre diminuire queste aliquote, una società progressista le critica e vuole aumentarle per le ragioni contrarie.

Quindi ne consegue che la società degli “affari” che è in toto liberale o liberista non rispetta i requisiti di stabilità del sistema, lo stesso sistema familiare nel capitalismo molto spesso regredisce a sistema familistico ed è incompatibile con l’uguaglianza di opportunità perché c’è il figlio ereditiero e quello non, il sistema contraddice le pari opportunità, se poi inseriamo in mezzo la persistenza delle oligarchie financo politiche oltre che finanziarie, il patatrac è vicino, la società si congela in gerarchie e tende a difendere con opportune leggi le rendite di posizione, che inficiano l’efficienza del sistema che può crollare per assenza di competizione.

Stiamo parlando   d’un capitalismo parassitario che genera malcontento diffuso, immobilismo e non soddisfa più i requisiti della stessa stabilità sociale, soprattutto per la permanenza di strati privilegiati e la consistenza di caste in tutti i settori che soffocano l’innovazione e il cambiamento, quindi dobbiamo ricordarci che la proprietà è una delle fonti endemiche di conflitto nella società perché la distribuzione della ricchezza è il centro di conflitti di interessi diversi nella società, oltre al conflitto classico tra operaio e capitalista si affianca la questione nord-sud e quella giovanile: quelli del nord si lamentano che la ricchezza gli venga sottratta dalla politica per motivi elettoralistici creando sprechi e andando poi finire (non si sa come) al sud, i giovani dicono che in Italia non hanno nessuna opportunità di crescita economica perché c’è troppo nepotismo.

La società si blocca e si deprime anche per la presenza di sterili ideologie che coprono l’immobilismo di fondo, e quella che oggi è più forte e più falsa è l’ideologia neoliberista che nasce come reazione alla burocratizzazione della società per colpa dello Stato, ma che esprime un nuovo e più pericoloso processo di burocratizzazione delle caste, per cui il capitalismo diventa più burocratico dello Stato.

giancarlo sartoretto

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