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2 – SIAMO LIMITE CHE TENDE ALL’INFINITO

21 Marzo 2013

O AL CONTRARIO SIAMO INFINITO CHE TENDE AL LIMITE?

TUTTI vogliono formarsi e uniformarsi in questa vita, tutti vogliono crescere, però il punto di vista di chi preferisce rimanere “animale” nel senso nobile del termine, perché considera l’uomo con i suoi bisogni per niente diverso da qualsiasi altro animale e non deve farsi soverchie illusioni sulla vita che rimane comunque salda dentro la sua natura di essere finito, in cui il cambiamento diventa un’illusione “religiosa”, un bisogno di evadere dal proprio stato. Questo tipo di uomo-animale l’abbiamo mai analizzato?

lIMITE, LIMITE, TANTI LIMITI…Non ho mai avuto il desiderio di essere migliore di altri mi diceva un carissimo amico, né ho avuto voglia di migliorarmi, ho considerato il mio carattere, la mia formazione professionale e mi sono accontentato di quella che altri chiamano mediocrità: la carriera, l’equilibrio, il buon senso e via dicendo, senza slanci e senza troppo andare oltre, perché noi siamo fatti per essere quello che siamo, cioè prevedibili, ripetitivi, metodici come la notte che si cambia col giorno e il giorno con la notte, è inutile inseguire fantasmi o illusioni di completezza, l’importante è non sbagliare troppo e non cagionare il dolore a qualcuno, bisogna rimanere saldi e fermi nei propri intendimenti, sono contento di quello che sono, di come occupo il mio tempo dei miei hobby che mi appassionano, delle mie mani con cui costruisco tante belle cose, del mio mestiere e vorrei che anche mio figlio facesse quello che faccio io, che si trovasse bene come mi sono trovato io a questo mondo, il segreto di tutte le cose è nel sapersi accontentare senza diventare troppo aridi, bisogna evitare i trabocchetti che la vita ti costruisce senza che noi ce ne accorgiamo, bisogna capire il nostro limite di esseri transeunti, di non perdere i sentimenti diventando troppo aridi, non bisogna neanche essere troppo “movimentisti” con i continui cambiamenti dovuti alla incostanza, ma solidi come pietra e saldi come gli alberi impiantati al suolo, non umorotici: un giorno con slanci e un altro giorno depressi, ma sempre costanti in un entusiasmo moderato che faccia intravedere una gioia anche nel fare sempre le stesse cose come se si facessero non dico per la prima volta, ma quasi, cerchiamo con moderazione il bene, un bene contenuto che soverchi il male al quale tendiamo anche, ecco perché moderato perché il male comunque agisce e dobbiamo imbrigliarlo sotto il nostro controllo, non si può pretendere troppo da noi stessi perché siamo caduchi e soggetti  all’incertezza: non ho mai fatto voli pindarici, mi accontento anche delle chiacchiere, delle poesie facili, dei sentimenti di superficie, non sono un criticone con la puzza sotto il naso, snob, non rimango ai margini delle cose vi partecipo per quanto sciocche queste siano, al punto da sentirmi ridicolo, mi arrabbio solo quando gli altri non mi vedono….

giancarlo sartoretto

 

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