1 – UN CIRCUITO DISTRIBUTIVO PER IL CINEMA INDIPENDENTE
2 Maggio 2013FINANZIA UN FILM VINCI UNA CASA
Ci vuole un circuito distributivo che si appoggi ad almeno 200-300 sale.
Quelle dei cinema del centro storico, poi quelle sale associate ai cineclub, che devono avere un marchio inequivocabile: qui si distribuisce solo prodotto italiano e qualche film africano.
Si può ripetere l’esperienza delle sale veneziane, il film sta solo un giorno in un cinema e poi circola nelle altre 300 sale ritornando alla prima sala con una rotazione continua e per un periodo, però ci vuole un supporto mediatico di attenzione, una rivista on line che parla di tutti questi autori che vengono presentati con interviste e altro e una agenzia che sappia valorizzare l’evento.
Come vengono scelti i film da distribuire?
Questo è un problema, l’automatismo puo’ essere pericoloso, una scelta può essere arbitraria e castrante, però ci deve essere un responsabile che si assume il problema di valorizzare delle pellicole anche economicamente, e quindi deve avere oltre all’intuito delle qualità manageriali, insomma bisogna far in maniera che i film compaiano su un circuito alternativo che copra tutte le zone dell’Italia e che incassino un pubblico il quale deve rimanere entusiasta dell’offerta, un pubblico disponibile a un cinema di regia, impegnato ma non appesantito da una estetica accademica.
Il problema dei critici è che loro fanno del cinema e della critica, un lavoro, mentre il pubblico al cinema ci va fuori dagli orari di lavoro, e questa differenza è fondamentale perché mentre il critico, il cinema lo studia, lo spettatore lo consuma e paga per questo almeno 4-5 euro, non si può pagare di meno ma neanche di più e non essere soddisfatti. Misurare il grado di soddisfazione su che cosa?
Divertimento, impegno, approfondimento? Ricordiamoci che lo spettatore cmq è sempre un soggetto passivo che sceglie di farsi invadere da una storia e quando non c’è storia da delle immagini