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1 – IL CINE IGNOTO

10 Luglio 2014

Per ogni film di SUCCESSO c’è un film IGNOTO (a volte due)

Ma la differenza tra un film di successo e uno ignoto è abissale, con il primo i protagonisti dei film entrano nei mass-media, fanno tendenza, appartengono all’universo quotidiano delle mode, con il film ignoto non succede nulla, il film è ignorato come se non esistesse, come se non fosse mai stato fatto, chiuso in una specie di armadio con attori e luoghi fantasma e allora viene da chiederci sul perché di tanta differenza di trattamento, in fin dei conti sono tutte creature dello spirito umano, più o meno alcolico, più o meno creativo, più o meno in stato di grazia, ma il bello di questo cinema è che tutti pensano e immaginano che il film fantasma non sia riuscito tecnicamente, artisticamente, e che sia rimasto una specie di mostro da nascondere, da non far vedere a nessuno e di cui vergognarsi:
– “hai fatto ‘na schifezza, lascia perdere col cinema non è il tuo campo”.

Ecco perché tanti preferiscono iniziare con un documentario, perché se nessuno ne parla e quindi va male, fa parte della stragrande maggioranza dei documentari che vengono visti poco o niente.

La cosa che invece lascia perplessi è quando vedi un film sconosciuto molto più bello di uno di successo, non sempre avviene però, perché un film di successo oltre agli ingredienti “giusti” è anche altamente spettacolare.

Allora viene da chiedersi: come si fa a creare il successo dei film e QUALI SONO GLI INGREDIENTI? E’ come un piatto a tavola? Un film bello secondo criteri “maggioritari” ha automaticamente successo? Non direi proprio, dipende da cosa vuole lo spettatore, perché va al cinema, quali sono le sue motivazioni, se sono uniformi o se sono diversificate, bisogna osservare i film che hanno più successo, e via via scorrere quelli che hanno incassato poche migliaia di euro, (molto spesso brutti film e dozzinali, ma che a volte non sono tanto diversi da quelli che incassano cifre rilevanti).

Quindi il cinema risponde o no ad una esigenza sentita dal pubblico che va al cinema soprattutto per divertirsi e che vuole avere dei suoi eroi di carta, a volte igienica e quindi per scaricare qualcosa che ha dentro come tensione, o invece è manipolazione e pubblicità che dall’alto invade tutto e tutti.

Il cinema di successo (lo vediamo tutti i giorni) buca i mass media e si trova uno spazio tra i vari eventi mediatici, promuove l’attore e il regista di successo, ma è solo costruzione e pianificazione del business dall’ufficio di programmazione o seguendo i desideri ed impulsi della folla solitaria conquista l’ attenzione pubblica?

Il cinema di successo si riduce al puro mestiere o è il mestiere che “riduce” il cinema di successo?

Una cosa ci preme di dire: un cinema più di contenuti a volte passa in secondo piano, tra i film appunto ignoti e un cinema ignoto, un produttore ignoto, un regista ignoto crea nel medio termine solo debiti e disastri finanziari, ignoti ai più, ma noti chi li deve pagare e si trova Equitalia di fronte.

Ecco che allora OCCORRE creare una struttura di lancio, investire in quello che si chiama appunto “lanciamento” del prodotto, costruire delle attese. La gente accetta tutto, dalle favole al realismo sociale, ma non vuole annoiarsi, perché altrimenti incomincia a muoversi nella sedia e a pensare a quello che dovrà fare dopo… il film. Anche se questo effetto di “non coinvolgimento attivo” è un effetto voluto per mantenere uno spettatore critico.

E qui diciamo che ci sono pubblici diversi con caratteristiche, attenzioni, bisogni diversi. Va be’ si, ancora con questo tipo di cinema sperimentale, lo vuoi capire si o no che è ormai un cinema archeologico” e ti liquidano in maniera definitiva. E allora Godard adesso cosa fa?
“Va bene per 4 critici che devono studiare il cinema, non per noi che lo vediamo per passare due ore in compagnia”.

Rimani un po’ allibito per questa “corruzione” del gusto, deluso, ormai il cinema è diventato una confezione da consumare in fretta, di serie A, (quasi sempre americano) e il nostro cinema autoriale ormai in mano a pochi senatori, di serie B (le ns commedie leggerine) e di serie C (tutto il resto, gettato nella stessa pentola, dal cinema impegnato a sòle insopportabili).
Quindi un produttore deve preparare una confezione e stare attento a non sbagliare involucro, pena il disastro economico e per la sua salute mentale ed economica deve prodigarsi a non confondere i suoi soldi con quelli del budget del film, cioè prima di iniziare un film deve “chiudere il pacchetto”, se ha un finanziatore deve consumare solo quel budget, se non gli basta deve trovare un altro finanziatore, se anticipa di tasca propria potrebbe non vederli più i soldi, innanzitutto perché il mercato cinematografico è volubile e invaso da prodotti di tutti i tipi,cosi i sono troppi i film che si posizionano nella confezione C, senza chiedere permesso a nessuno, nonostante gli sforzi che fanno i produttori per collocarl in serie A, o almeno in serie B, tant’è che molto spesso è lo stesso produttore che affitta la sala per due settimane e pre-acquista i biglietti, con lo scopo di ottenere recensioni, nella speranza di salire le classifiche quindi poter tentare di venderlo almeno alla Rai, ma a volte sembra fatica sprecata perché il tuo film parte dalla serie C e rimane in serie C , questo è il suo destino e nel periodo della managerialità del tutto previsto le sorprese si riducono all’osso e il pubblico reagisce in maniera prevedibile.

Infine bisogna parlare del ruolo dei festival, possono i festival tirar su un film di grande spessore culturale? I grandi festival internazionali sono 3 e pubblicizzano i film degli autori conclamati, mentre le sezioni laterali sono molto meno pubblicizzate, poi ci sono i festival intermedi che fanno da trampolino di lancio al cinema indipendente e infine tutta una serie di piccoli festival sparsi in italia, i centri culturali all’estero, i cineclub in Italia e all’estero che cercano di pubblicizzare qualche film “gioellino” per gli amanti, che viene dall’estero, o un prodotto autoctono invisibile, ma assolutamente vedibile. Perché il cinema indipendente in questo contesto è marginale? Perché è una confezione povera e usando un terribile modus linquistico, “non attenzionato a sufficienza per mancanza di mezzi e per colpa delle politiche istituzionali. Cioè il cinema indipendente italiano quasi mai fa tendenza per essere lanciato in un mercato.
Ne parliamo ancora….

 

by giancarlo sartoretto

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